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Light art work presentato in anteprima a Francoforte D, nell’ambito di Luminale 2010, ha inaugurato nel giugno 2011 il Jerusalem Festival of Light con un allestimento evocativo all’interno della caverna di Zedekia nella città vecchia di Gerusalemme IL. Nel 2011 viene presentato in versione indoor presso uno spazio industriale dismesso della Gagliardi Art System Gallery di Torino IT. Partecipa alle edizioni XIII-XIV-XV di Luci d’Artista a Torino IT. Nel 2012 è presente a Glow in Eindhoven NL, nel 2013 al Bella Skyway Festival di Torun PL, nel 2014 al Moscow International Festival “Circle of Light”, Mosca RUS 2016; CidneOn Festival Internazionale delle Luci a Brescia IT 2017; Staro Riga LV 2017.

Quaranta maschere identiche, provenienti dal Bwindi National Park, nel cuore più remoto dell’Africa nera, sono collocate come piccoli monoliti nello spazio buio, come antichi reperti in terracotta in un cantiere archeologico. Il rito prende vita quando la luce artificiale muta i cromatismi delle maschere dando vita ad una danza ferma, sostenuta dai suoni bi-vocali dei Tuva (Asia centrale), che a sua volta esegue un dipinto d’ombre. Una ritualità nuova prende forma attraverso archetipi antropologici universali: la maschera africana da sempre tramite tra l’uomo e il soprannaturale, i canti armonici tipici della tradizione sciamanica dei Tuva e la luce. L’aspetto più interessante di questo rito senza tempo sta proprio nel legame tra luce e suono, spesso presente nelle culture antiche nelle quali il senso della performance religiosa è dato dal farsi sostanza del suono, che richiama la luce divina per stabilire un contatto tra questa e l’uomo.

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